Postparto: 7 lezioni – che avrei voluto conoscere prima

da | 19 Luglio, 2025 | Postparto | 0 commenti



Il postparto è un viaggio profondo e trasformativo, ma spesso anche molto più faticoso di quanto ci raccontano.
In questo articolo voglio condividere con te le 7 lezioni più importanti che ho imparato sul postparto dopo due figli – a volte con le buone, ma molto più spesso… con le cattive!

Che tu sia già mamma o stia per diventarlo, queste riflessioni ti aiuteranno a:

  • affrontare il postparto con più consapevolezza
  • sentirti meno sola
  • lasciar andare il senso di colpa se le cose non vanno come previsto

Nessuno ci prepara davvero a ciò che succede dopo il parto.

Spero che queste parole ti aiutino a sapere cosa aspettarti, a sentirti più compresa, più serena – e magari anche a evitare qualche errore che ho fatto io.

Iniziamo!



1. L’allattamento NON è istintivo. Preparati e chiedi aiuto subito

Se c’è una cosa che avrei voluto davvero sapere prima di partorire – sia la prima che la seconda volta – è questa:

allattare non è qualcosa che viene da sé.

Cresciamo con l’idea che, siccome è un gesto naturale, allora debba essere anche facile, immediato, istintivo.

Ma la verità? L’allattamento si impara.

Come si impara a camminare: inciampando, cercando l’equilibrio, con tentativi ed errori.

Io pensavo che bastasse attaccare il bambino al seno.

Invece mi sono ritrovata – due volte – a fare i conti con capezzoli dolenti, dubbi, sensi di colpa, notti in lacrime e quella domanda che brucia:

“Perché nessuno me l’ha detto?”

Quindi se hai già partorito e ti riconosci in queste parole, ti abbraccio.

E se sei incinta e intendi allattare al seno, ti dico questo:

preparati.

Che significa “prepararsi”?

Non serve fare un master in allattamento. Non devi diventare un’esperta.

Ma sapere almeno le basi può cambiarti l’inizio (e la tenuta) del percorso:

  • imparare com’è un attacco corretto – sia a livello visivo, che di sensazioni (non deve far male!)
  • riconoscere quando qualcosa non va: capezzolo schiacciato, dolore persistente, suzione rumorosa, seno troppo teso o arrossato
  • sapere che chiedere supporto non è un fallimento, è un atto di cura.

E poi c’è un momento che spesso viene sottovalutato, ma che può fare una differenza enorme: il primo attacco al seno.

Il primo attacco conta. E non devi far tutto da sola

Dopo il parto sei stanca, forse ancora sotto shock, in uno stato ovattato.

Hai appena vissuto una trasformazione immensa.

E anche se ti sei preparata, hai seguito corsi, letto libri, guardato video…

in quel momento potresti non accorgerti se qualcosa non va.

Io stessa, con Leo, non mi ero nemmeno resa conto che si fosse attaccato.

Eppure, da lì, si erano già create le prime micro-ferite.

Che nei giorni successivi sono diventate lacrime, tensione, paura di ogni poppata.

Una piccola cosa fuori posto, all’inizio, può diventare una valanga.

Ecco perché ti invito col cuore:

chiedi aiuto già dal primo attacco.

Fatti guardare da un’ostetrica esperta, o – se puoi – da una consulente IBCLC.

A volte basta un’occhiata, una correzione minima, una parola gentile per cambiare tutto.

Non devi farcela da sola.

Chiedere aiuto non è debolezza. È protezione. Forza. È amore.

Una parola sul tiralatte

Molte lo vedono come un salvagente: per svuotare il seno, produrre più latte…

Ma il tiralatte non è sempre la soluzione giusta, e in certi casi può perfino complicare le cose.

Se non ha la misura giusta, o se viene usato troppo presto, può causare ancora più dolore o interferire con l’allattamento.

Quindi se stai pensando di usarlo, fallo con consapevolezza: informati bene, chiedi consiglio a una professionista e ascolta il tuo corpo.

Ciò che funziona per un’altra mamma, non è detto che funzioni per te.

In sintesi

Allattare può essere meraviglioso, ma non è detto che lo sia da subito.

E questo non dipende da te.

Hai il diritto di essere sostenuta, accompagnata, guardata.

Hai il diritto di sbagliare, di correggere il tiro, di fare domande.

E soprattutto, hai il diritto di non farcela da sola.

2. Il postparto è il TUO momento per rallentare, riposarti, ritrovarti

Questa lezione l’ho imparata davvero solo al secondo figlio. E – indovina un po’? – l’ho imparata con le cattive.

Il postparto non è il momento per fare tutto quello che ti senti di dover fare, ma per riprenderti, rigenerarti, e lasciar spazio a questa nuova versione di te che sta emergendo.

Se ti senti bene… attenta!

Se hai avuto un parto difficile o doloroso, magari con complicazioni, questo riposo viene quasi “naturale”: le persone attorno a te si rendono conto della fatica che hai affrontato, e anche tu senti il bisogno di recuperare.

Ma se il parto è andato bene, magari è stato veloce, naturale, senza particolari dolori… potresti sentirti così bene da voler riprendere tutto come prima – subito.

È quello che è successo a me.

Dopo il secondo parto sono tornata a casa poche ore dopo: ho partorito alle 3 di notte e alle 8 ero già a casa. Mia figlia di 3 anni è venuta a prendermi in ospedale e le sono corsa incontro nel corridoio, l’ho presa in braccio (15 chili!).

Mi sentivo una leonessa: forte, energica, positiva.

E così ho ricominciato a fare tutto.

Lavare i piatti, uscire a passeggiare, occuparmi della mia bimba più grande.

Nessuno mi ha fermata – e come dargli torto? Sembrava stessi benissimo.

Peccato che dopo pochi giorni il mio corpo ha ceduto.

Un dolore interno fortissimo, davanti e dietro, mi ha letteralmente bloccata. Una notte ho dovuto svegliare Nicolas urlando: ero andata in bagno e sono rimasta immobilizzata a metà strada dal dolore.

È stato lì che ho capito che no, non andava tutto bene. Che avevo esagerato.

Che avevo ignorato il bisogno più profondo del mio corpo: riposare.

Perché anche se ti senti piena di energia, il tuo corpo ha comunque fatto qualcosa di incredibile.

Merita rispetto.

Ha bisogno di tempo per ritrovare il suo equilibrio, ricompattarsi, assestarsi.

E vale per tutti i tipi di parto, anche quelli più “facili”.

Spoiler: il parto NON é facile per nessuna!

Fermati. Riposati.

Il tuo unico compito, nei primi giorni, è stare accoccolata al tuo bambino, a letto, il più possibile.

Lasciati aiutare.

Lasciati servire e riverire da chi ti ama – che sia il tuo partner, un’amica fidata, tua madre.

E se c’è qualcuno che ti mette ansia… non invitarlo in casa, nemmeno per “educazione”.

Lo so, se hai già altri figli piccoli è difficile. Hai i sensi di colpa, vorresti giocare con loro, prenderli in braccio, portarli al parco.

Ma credimi: il tuo riposo viene prima.

Parlane con loro prima del parto: spiegagli che mamma sta per fare una magia grande, che dopo avrà bisogno di recuperare un po’ di energie, e che per un po’ non potrà prenderli in braccio come prima.

Capiranno. Capiscono più di quanto pensiamo.

E fallo anche con il tuo partner:

“Amore, qualunque parto sarà — vaginale o cesareo, veloce o lungo, indotto o spontaneo — io dovrò riposare. Almeno 15 giorni. Come ci organizziamo? Ti occuperai tu delle cose di casa? Prepariamo qualcosa in anticipo da congelare? Coinvolgiamo qualcuno?”

Parlatene. Organizzatevi. Fate un piano per il dopo.

Dimentica piatti, pavimenti, bucato.

Il tuo corpo ha fatto un lavoro immenso e ora ha bisogno di essere sostenuto, con calma e rispetto.

Nel mio caso, è stato difficile accettarlo – soprattutto perché la mia bimba più grande cercava più attenzioni del solito.

Ma ho imparato che fermarmi era l’unica strada per non crollare davvero.

E ora ti dico:

non aspettare di stare male. Fermati prima.

3. Non devi per forza invitare gente (e puoi decidere tu quando farlo)

Per me è stato più facile, perché vivo all’estero e tutti i miei familiari sono lontani.

Ammetto che ora un po’ mi manca avere un aiuto in più…

Ma nelle prime settimane ero davvero felice di poter decidere io cosa fare e con chi stare.

Ho detto a tutti: “Per almeno due settimane, niente visite.”

Avevo bisogno di assestarmi, capire i nuovi ritmi, ascoltare il mio corpo – e dare tempo anche a Camilla (la mia primogenita) di ambientarsi senza troppi stimoli intorno.

Sei tu a decidere. Anche se si tratta di genitori, suoceri o amici stretti.

Non puoi sapere in anticipo come ti sentirai dopo il parto, quindi il mio consiglio è: non prendere impegni, non fare piani.

Dì semplicemente: “Vi farò sapere quando nasce. Poi ci prendiamo un po’ di tempo per assestarci, e vi dirò io quando saremo pronti per ricevere visite.”

I primi giorni dopo il parto sono delicati, intensi e sacri.

Servono per connetterti al tuo bambino, ma anche per ritrovare un minimo di equilibrio dentro di te, nel mezzo del caos ormonale ed emotivo.

In quel momento, anche i visitatori più affettuosi possono diventare una fonte di stress, più che di sollievo.

Magari vorresti solo stare con il tuo bimbo in braccio, in silenzio, a guardarlo.

Ma ti ritrovi a offrire il caffè, parlare o a dare il neonato in braccio anche se non ti va.

Ecco perché è importante pensarci prima.

Se decidi di invitare qualcuno, stabilisci delle regole chiare in anticipo, ad esempio:

  • “Venite pure, ma per ora preferisco tenere io il bimbo in braccio.”
  • “Se vi va, portate qualcosa da mangiare o datemi una mano con la lavatrice.”
  • “Per favore, niente baci, almeno per i primi giorni.”

Non sentirti in colpa.

Non stai esagerando.

Stai solo proteggendo un momento che non torna più.

E se li inviti, non farli venire solo per “fare merenda”: chi entra in casa tua dopo il parto dovrebbe portare aiuto concreto.

Il che mi porta alla prossima lezione.

4. Chiedi aiuto (e non aspettarti che gli altri sappiano cosa ti serve)

Nemmeno il tuo partner, nemmeno tua madre.

Non perché non ti vogliano bene, ma perché non possono leggerti nel pensiero.

Se hai bisogno di qualcosa, dillo chiaramente, senza paura di sembrare “pesante” o “esigente”.

Non sei un peso: hai appena partorito.

Hai il diritto di ricevere aiuto.

Spesso si pensa che per aiutare una neomamma basti “tenere il bimbo un po’ in braccio”.

A volte è utile, certo – se vuoi farti una doccia, riposare dieci minuti, prendere aria.

Ma non ti serve solo che tengano il bambino.

Ti serve che tengano te.

Hai bisogno di qualcuno che:

  • ti prepari da mangiare
  • lavi i piatti e faccia una lavatrice
  • porti via l’immondizia o faccia la spesa
  • tenga d’occhio l’altro figlio mentre tu allatti o riposi col neonato
  • ti porti un bicchiere d’acqua, un caffè, una coperta

Parla apertamente con chi ti sta vicino – partner, familiari, amiche – e spiega di cosa hai davvero bisogno.

Se c’è dialogo tra voi, potete perfino organizzarvi prima del parto, con una divisione dei compiti semplice e chiara. Ad esempio:

  • Il partner si occupa dei pannolini e ti dà il cambio per farti dormire
  • Tua madre ti lascia dei pasti pronti e pulisce casa
  • Tuo padre gestisce le lavatrici e intrattiene gli altri figli – se ci sono
  • Tu pensi solo a riposare, nutrirti, e stare con il tuo bambino

Non è sempre facile chiedere aiuto, lo so.

Ma a volte gli altri stanno zitti e fermi perché non vogliono invadere o “fare la cosa sbagliata”.

Ricorda: è normale avere bisogno dopo il parto. Ed è giusto dirlo.

Se sono persone che ti vogliono bene, saranno felici di poterti aiutare davvero.

E se hai altri figli, coinvolgili nel “team”: anche un compito semplice, come portarti un bicchiere d’acqua o prenderti la coperta, può aiutarli a sentirsi parte di questo nuovo equilibrio.

5. Non aspettare il momento perfetto per fare qualcosa

Questa è una lezione che sto ancora imparando, ma voglio condividerla perché scriverla mi aiuta a ricordarla meglio – e spero possa servire anche a te:

il momento perfetto… non arriva mai.

Se sei già mamma, o stai per diventarlo, sappi che dopo il primo, il secondo o il terzo figlio… la vita sarà un caos per un po’.

Ci vorrà tempo per ritrovare le tue routine, per costruire un nuovo equilibrio familiare, per rimettere insieme i pezzi della nuova te.

Ma se vuoi tornare a un hobby, fare una passeggiata, fare yoga post parto o semplicemente riordinare casa (quando ti senti pronta!)…

non aspettare che tutto sia perfetto. Inizia comunque.

Anche se:

  • il bambino è sveglio o dorme poco,
  • non riuscirai a finire,
  • sai già che non verrà perfetta,
  • devi farla col bimbo in fascia, a rilento.

meglio una cosa fatta – anche imperfetta – che una cosa non fatta affatto.

Se la casa è un disastro, se mangiate piatti pronti per giorni, se i panni si accumulano… va bene così.

Non è un fallimento. È la vita con un neonato.

Anche il tuo partner sarà stanco, confuso, spaesato.

Soprattutto se non avete aiuti esterni (come nel nostro caso).

Fate quello che potete, con quello che avete.

Respira.

Ricordati che sei abbastanza. Così come sei. Ora.

6. Prenditi del tempo per te stessa

Ahahah, lo so…

Ogni volta che leggo o sento questa frase — “Prenditi del tempo per te stessa” — mi viene un po’ da ridere.

Eppure eccomi qui, a scriverla.

Anche questa è una lezione che sto ancora cercando di imparare, ogni giorno.

Ma più ci provo, più mi accorgo di quanto sia importante.

E voglio ricordarla anche a te.

È forse la più difficile, ma anche la più importante: nel post parto devi ritagliarti del tempo per te.

Solo per te.

Anche se sono solo pochi minuti al giorno.

Lo so, è più facile a dirsi che a farsi.

Siamo così prese a prenderci cura del bambino e della famiglia che spesso ci dimentichiamo completamente di noi stesse.

E magari, quando finalmente riesci a fare una doccia…

la fai con il bimbo nella sdraietta accanto, pronta a intervenire se piange o vomita, cantando una ninna nanna mentre ti lavi…

Ecco… anche no, grazie.

Dopo il parto ci si perde un po’.

Ci si dimentica chi si è, cosa piaceva fare, dove finisce la madre e inizia la donna.

Le giornate si riempiono di pannolini, rigurgiti, lavatrici, bagnetti, poppate o biberon, “shhh” sussurrati…

Ma cosa c’è lì, in mezzo, che nutre davvero te?

Per questo ti invito – con tutta la mia empatia e sorellanza – a organizzarti con il tuo partner per avere almeno mezz’ora al giorno tutta per te.

Anche solo una piccola finestra per:

  • farti una doccia con calma e la tua musica preferita
  • leggere due pagine di un libro
  • metterti una crema sul viso
  • uscire a prendere aria
  • stiracchiarti, respirare, stare in silenzio
  • sentire un’amica
  • o semplicemente… non fare niente

Mezz’ora per ricaricarti, per ritrovarti, per ricordare chi sei – o scoprire chi stai diventando.

Perché anche tu meriti cura. Non solo il tuo bambino.


E se il partner non é disponibile?

Se sei una mamma single, il tuo compagno/a lavora tanto, o semplicemente ti senti molto stressata durante una giornata sola con il neonato, prova a creare piccoli momenti di calma anche con il bimbo in braccio.

Ad esempio, puoi ascoltare un rilassamento guidato o qualche affermazione positiva pensata per il post parto.

(Pubblicherò presto un rilassamento guidato – aggiungerò qui il link appena sarà pronto.)

Da insegnante di hypnobirthing e mamma che ha sperimentato in prima persona l’efficacia di queste tecniche, posso dirti che rilassamenti, affermazioni e respirazioni consapevoli non servono solo per il parto:

sono risorse preziose anche dopo, nel post parto, e nella vita di tutti i giorni.

E no, prendersi tempo per sé non significa essere “produttive” o fare qualcosa di utile.

A volte, prendersi cura di sé significa anche lasciare il bambino che piange inconsolabilmente in un posto sicuro, trovare silenzio in un’altra stanza, respirare profondamente e calmarsi.

A volte prendersi cura di sé significa semplicemente chiudere gli occhi e pensare.

Per ritrovare il centro, sentire come stai davvero.

Magari anche a dare spazio al ricordo del parto – che sia andato come speravi o no – e a tutto ciò che ti ha lasciato dentro.

Perché hey, sei rinata anche tu.

Il parto è una delle esperienze più potenti che il corpo umano possa vivere.

È trasformativo, profondo, sacro.

Ma subito dopo, sembra che se ne dimentichino tutti.

A volte anche noi.

E invece è importante tornarci con delicatezza, con rispetto, soprattutto se non è andato come desideravi.

Perché se qualcosa è rimasto dentro e non trova uno spazio per essere ascoltato, può restare lì a lungo.

Può condizionare la tua serenità, la fiducia in te stessa, il modo in cui vivi il tuo essere mamma, compagna, donna.

Il parto – comunque sia andato – merita di essere ripercorso, ascoltato, integrato.

Anche questo è amore.

Anche questo è cura.

7. Sei pronta a riprendere i rapporti dopo 6 settimane

IN TEORIA.

In pratica, però, potresti non sentirti pronta per tanti motivi: il tumulto nel corpo e nella mente, la nuova vita che gira tutta intorno al bambino, le nuove routine.

Magari sei sempre spettinata, in pigiama, non ti sei potuta depilare per mesi e non ti senti affatto attraente.

Oppure l’idea di riprendere i rapporti dopo un parto vaginale ti spaventa.

Senza contare gli ormoni, che spesso fanno calare il desiderio.

Sulla carta, dopo 6 settimane “si può”.

Ma se non te la senti, non preoccuparti. Non sei strana, è assolutamente normale.

Se stai allattando al seno, poi, è ancora più comune sentire il corpo come “solo del bambino” e provare disagio al pensiero di essere toccata.

Ascolta te stessa, prova a capire cosa senti davvero, e soprattutto parla apertamente con il tuo partner di come ti senti.

Non c’è fretta. Il tempo è tuo, e ogni mamma ha i suoi tempi.

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Ognuna di noi è diversa, ma a volte basta un piccolo oggetto utile per rendere più dolce e pratico un momento delicato.

Pensieri finali

Il post parto è un viaggio intenso. Un’altalena di emozioni, gioie, dubbi, stanchezza e piccoli momenti di meraviglia.

Queste sette lezioni non le ho lette in un libro: me le ha insegnate la vita, con pazienza (e qualche schiaffo!), attraverso i miei due post parti.

Se ti sei ritrovata anche solo in una di queste parole, sappi che non sei sola.

Essere imperfette va benissimo. Sentirsi sopraffatte anche. E fare un passo alla volta è già un’enorme vittoria.

Se ti va, scrivimi. Puoi mandarmi una mail o un messaggio su Instagram: mi piacerebbe ascoltare la tua esperienza, leggere le tue riflessioni o magari scoprire da te un’altra lezione da aggiungere a questa lista.

Siamo tante. E insieme possiamo sostenerci e renderci il cammino un po’ più leggero, gentile, umano.

Grazie per essere arrivata fin qui 💛

E ricordalo sempre: il post parto può essere difficile – ma con un pizzico di cura, un po’ di supporto e tanta compassione verso noi stesse, può diventare anche un tempo di rinascita. Più consapevole, più sereno, più tuo.

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ipnomamma - marta falduto

Ciao, sono Marta! Sono mamma e hypnobirthing coach qualificata. La mia missione è aiutare tutte le future mamme a superare le proprie paure e vivere il parto positivo e gratificante che meritano.
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